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I figli: atto d’Amore o d’Egoismo?
I figli sono, nello stesso tempo, un atto di amore e di egoismo. Sono un dono e una conquista. Ciascun essere umano deve, di fatto, rispondere alle istanze della specie ma vuole anche la perpetuazione di sé, al di la dei finiti limiti di una vita, sempre troppo breve. I nostri genitori preistorici facevano figli spinti dall’istinto. Semplicemente. L’evoluzione della specie e della società umana ha aggiunto molti altri plus valori al semplice fare figli. Essi vanno dalla ragione materiale della necessità di avere qualcuno cui lasciare il potere e le proprietà conquistate, per arrivare alla consapevolezza spirituale che siamo parte di un piano divino, di cui, padre-madre-figli, sono la trinità in terra. Quanto dico, può validarsi in qualsiasi cultura religiosa, sebbene con prospettive ideologiche un po’ diverse. In particolare il Taoismo ha molti tratti comuni con i principi cristiani in questo campo d’indagine ma, per rendere più chiari i concetti, devo fornire alcuni dati culturali. Il Taoismo è la religione che fa della natura il suo modello gnoseologico ed etico. Ne consegue che esso promuove un agire basato sulla spontaneità e sulla naturalezza poiché il fine da perseguire è l’Armonia fra tutti nel Tutto. Da questo primo approccio, i figli sono un atto naturale, avulso di qualsiasi valore morale, che in ogni caso ha un valore strumentale e inalienabile della nostra specie. Uso il termine strumentale perché i genitori sono strumenti che la natura usa per i propri fini. Pensiamo di amare una donna o un uomo, ci sentiamo attratti, ma chi è il vero agente, il vero motore? La persona o la natura? Un quesito che ha tormentato la mente di filosofi e teologi da sempre. La risposta ovviamente è già determinata dai poli presenti nella domanda stessa. Se i figli fossero generati per puro istinto genitoriale, dettato dalla specie, o per rispondere a una istanza sociale e a bisogni di auto-affermazione, allora essi sarebbero, senza dubbio, un atto di puro egoismo. I figli sarebbero "oggetti" da acquisire per affermare il proprio Ego, esattamente come una bella casa o una nuova auto ma i genitori non sarebbero più tali, poiché "possessori" di un bene. Grazie a Dio però, esiste un’altra ragione per mettere al mondo i figli: la causa spirituale.
Cercherò di chiarire esponendo, a questo punto, alcuni principi della cosmologia taoista. Il Tao, l’Ente prius crea il posterius, il mondo, usando due forze, opposte e complementari, chiamate Yin, il femminile, e Yang, il maschile. L’Armonia sorge quando queste due forze sono presenti nel giusto rapporto e si alternano, senza dominanza, come il giorno e la notte. Ad esempio, se ci fosse troppo Yang (aggressività) il mondo sarebbe perennemente in guerra, se, al contrario ci fosse troppo Yin (remissività), l’uomo si alienerebbe e non ci sarebbe nessun progresso. L’alternanza, il reciproco sostentamento, la reciproca validazione della coppia Yin-Yang è detta la "danza della vita".
Questo principio si applica in particolare la coppia umana. Infatti, prima di riflettere sui figli, dobbiamo parlare di genitori e prima ancora di due persone, dotate di uguale dignità, che formano una coppia. Cosa le spinge a unirsi? La risposta taoista è chiara: l’amore universale di cui quello umano è solo la punta di un iceberg. L’Amore è la vera e forse unica causa del perché esiste l'intero cosmo. Questo termine è stato abusato troppo spesso per cui vorrei approfondire un po’, dal punto di vista taoista, proponendo un’analogia per spiegare il concetto di amore nel Taoismo. Due corpi celesti, alla giusta distanza, interagiscono tra di loro grazie alla forza di attrazione-repulsione o, per dirla in cinese, a Yin-Yang. La forza gravitazionale li spinge uno contro l'altro. Questo sarebbe il preludio di una catastrofe ma non sempre è così. Se uno dei due corpi è molto più piccolo, quindi non avrà sufficiente forza di repulsione, si schianterà sul più grande e potente. Se invece i due corpi celesti, più o meno si equivalgono, allora le forze di attrazione e repulsione si compenseranno e potranno vivere vicini senza recare danno l'uno all'altro. Un po’ come succede tra la Terra e la Luna.
Analogamente due esseri umani, per innumerevoli ragioni, possono attrarsi.
Niente di male in questo ma il problema sorge quando uno dei due è più debole rispetto all'altro ovvero la sua forza di repulsione non funziona a dovere. Esso andrà sicuramente incontro alla distruzione, a schiantarsi, come un meteorite. Che cos'è, dunque, la forza di repulsione? E' la nostra auto-stima, la capacità di auto-determinarci e di auto-proteggerci. L'amore è attrazione per l’altro ma, contemporaneamente, è rispetto di sé. Amore e rispetto di sé, si alimentano l’un altro. Se uno dei due poli viene a mancare, i rapporti s’immiseriscono fino a scomparire. Se le dinamiche sono equilibrate, ci sarà un rapporto d’amore perché nutrirà e proteggerà entrambi. A queste condizioni due persone diventano una coppia d’amore che può aprirsi e contenere il Grande Mistero della Vita. Noi taoisti abbiamo la certezza di non essere né il nostro corpo né la nostra mente. Noi siamo Spiriti eterni che si reincarnano per ragioni specifiche e possono farlo solo grazie alla coppia. La domanda cruciale è: perché abbiamo scelto proprio i nostri genitori, in particolare proprio nostra madre e non un'altra donna?
Per la legge d'attrazione, cioè per puro Amore.
Quando abbiamo la stessa frequenza, risuoniamo l’un l’altro per Amore simpatico. Abbiamo amato tanto quella donna da sceglierla come mamma. A un amore del genere si può rispondere solo con uno altrettanto grande. Da quanto detto è evidente che, se da un punto di vista biologico siamo figli dei nostri genitori, da quello spirituale, i genitori sono solo dei "custodi" di qualcosa che non appartiene agli uomini bensì a Dio stesso. Ovviamente tutto questo è pura alchimia, nel senso medioevale e rinascimentale del termine. Quanto sarebbe diverso il mondo se ne avesse consapevolezza.
Il valore "Figli" nel Taoismo è immenso.
Pur nella consapevolezza di forzare i termini per fini giornalistici, voglio citare solo due passaggi del Dao De Jing, il Canone del Tao e del suo Potere, testo attribuito a Laozi, uno dei padri fondatori del Taoismo, vissuto cinquecento anni prima di Cristo. Il primo: Sai essere come un bambino? Laozi (cap.55) utilizza l’immagine di un infante addirittura come metro di valutazione dell’essere un buon taoista. Il bambino piccolo è semplice e spontaneo, non ancora corrotto dalle sovrastrutture culturali. Per questo è capace di accedere direttamente al piano divino. Un potere in sostanza precluso alla maggior parte degli adulti. Il secondo: Conosci il figlio e conoscerai la Madre.
Laozi definisce il Tao, l’origine del cielo e della terra (cap. 52), come "madre".
Se voglio raggiungere la piena realizzazione spirituale, devo riconnettermi alla Grande Madre ma posso farlo solo se prima conosco il figlio. Precipitando questo concetto nella vita pratica, il Taoismo vede i figli come la materializzazione, la visibilità del Tao stesso nell’esistente. In conclusione, ribaltando provocatoriamente l’affermazione iniziale di quest’articolo, è inutile chiedersi se i figli siano un atto d’amore o d’egoismo. Dobbiamo chiederci, invece se ne abbiamo piena consapevolezza, umana e spirituale, sia prima di concepirli sia dopo il loro venire al mondo. Essi sono, di fatto, la testimonianza che la magia, il noumeno della vita si perpetua, nonostante tutto.
Rabindranath Tagore diceva che ogni bambino che nasce ci ricorda che Dio non è ancora stanco degli uomini. Dal punto di vista taoista, a prescindere dalle motivazioni che dipendono dalle necessità e dalle circostanze, una cosa è certa: i figli devono essere avvolti nell’Amore, accolti nel cuore già prima della loro nascita e tenuti stretti in grembo fin quando sarà giunto il tempo di cedere loro il nostro posto nel mondo. E oltre!
Rev. Li Xuanzong
Presidente
Associazione Taoista d’Italia