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Sono Taoista - Felice di esserlo

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Premessa

La tradizione fa risalire le origini del Taoismo (Dàojiào
道教) al mitico Imperatore Giallo, Huángdì 黄帝 (2600 a.C.).
Esso divenne parte della cultura cinese grazie agli scritti di Lǎozi  老子 (VI/IV secolo a.C.) e a quelli di Zhuāngzi  
庄子 (III secolo a.C.).
Fu organizzato per la prima volta come religione da Zhāng Dàolíng
 张道陵  (II secolo d.C.).
Il Taoismo, fin dalle origini della civiltà cinese, ha incorporato culti, tradizioni e si è adattato all’evolversi della storia cinese. Per queste ragioni il grande scrittore Lǔ Xùn
鲁迅, il fondatore della lingua cinese moderna, ha scritto:
La radice del popolo cinese è nel Taoismo
”.
Il Taoismo è la Via, semplice, diretta, gnostica  , per avere consapevolezza e sviluppare la propria spiritualità.

Il Taoismo è un fenomeno antropologico molto complesso perché è il risultato della convergenza e fusione di molteplici correnti di pensieri e di pratiche spirituali, mistiche e religiose.
Nasce come fenomeno mistico da parte di sparuti anacoreti per giungere a essere una delle più grandi religioni al mondo, praticata da milioni di persone, mentre i suoi principi, come Yin e Yang e l’Armonia Naturale tra Cielo, Uomo e Terra, sono diventati universali, superando barriere storiche, politiche e religiose.

Nella cultura occidentale, a cominciare da Matteo Ricci (1552 – 1610) si è cercato ripetutamente di comprendere il pensiero taoista tramite modelli cognitivi per lo più cristiani, generando incomprensioni se non addirittura malintesi, ancora oggi irrisolti.
Tanto per cominciare il pensiero taoista è proteso verso l’equilibrio del singolo e non verso una salvezza collettiva, sebbene varie correnti religiose taoiste, come la Scuola dei Maestri Celesti (Tiānshī Dào 天师道) abbiano fatto di questo uno dei loro pilastri fondamentali.

Il Taoismo è un sistema fenomenologico centrato sull’analisi della realtà.
Esso non fa distinzioni tra corpo e psiche così come ritiene la vita e la morte come due momenti reali dello stesso processo naturale.

Indubbiamente, d’altra parte, il Taoismo sa che esiste un “Mistero” (Xuán 玄) oltre la realtà esistente, avendo la percezione di valori che vanno di là dalla vita e dalla creazione in generale.
Ad esempio la ricerca dell’”immortalità”, tema costante del pensiero e della pratica taoista, non è altro che la concretizzazione di quanto sopra. Infatti, essa non è intesa come spostare ab aeternum la morte ma come realizzare al pieno la propria natura (Zìrán 自然) intesa in senso globale come unità di corpo, mente e spirito, in vista di superare la Porta del Mistero, Xuánmén 玄门, e tornare nell’indistinto (Hùndùn 混沌).

Nel Taoismo, come per Platone e nel Cristianesimo, il desiderio d’immortalità è un tentativo di favorire il distacco dell’anima dal corpo.
Anche da un punto di vista epistemologico vi sono notevoli e forse insuperabili differenze.
Mentre in occidente ricerchiamo i “Valori Primi”, assoluti, l’episteme taoista si focalizza sull’accettare proprio ciò che non è assoluto ma mutevole, incostante, senza modelli precostituiti, proprio per questo, non conoscibile.
La realtà è una serie di eventi, imprevedibili e sostanzialmente inconoscibili nella loro essenza.
Per questo è meglio non interferire sul flusso naturale delle cose (Wúwéi 无为).
La fissità è considerata un pervertimento della natura, dove, invece, tutto scorre e muta (Huà 化) incessantemente come l’acqua.
Per questo il taoista non annulla il suo Io e cerca di realizzare il 德, (inteso sia come Virtù personale perfettibile sia come il Carisma che il Tao infonde in tutti gli elementi del creato).
Egli segue il flusso naturale delle cose, per aderire, in maniera quasi ingenua, alla natura sia esterna, intesa come creato, sia interna, quale essenza del Sé.
Come l’idiota di Dostoevskij, il taoista non cerca di comprendere il senso di quanto avviene ma, più semplicemente, è negli avvenimenti, vivendoli nel loro incessante, casuale, manifestarsi.

Infine, sebbene il Taoismo, al pari di Anassimandro, Eraclito, Nietzsche e Heidegger, non possa ammettere la presenza di un Creatore, tanto più se “Persona”, conduce comunque a una visione apologetica della realtà che permette al taoista di andare oltre il senso comune delle cose e, superando l’agnosticismo, di cercare le risposte che diano senso e valore alla propria esistenza.

Filosofia o religione?

Il Taoismo è Uno ma in Occidente si tende a dividerlo in due forme: filosofico e religioso.
Chi afferma questo, ha letto libri ma, sicuramente, non è un praticante taoista.
Devo dire che, se ci si ferma alla forma esteriore, il Taoismo può apparire con molte facce, come un diamante. Non dobbiamo però cadere in questa trappola cognitiva perché nessuna faccia del diamante, però, è il diamante stesso!
Il diamante, nella forma e sostanza, è uno!
Siamo noi a essere incapaci di avere una “Visione” globale.

La filosofia taoista, esposta in una manciata di parole, promuove la naturalezza e l’essere semplicemente ciò che si è, con umiltà, avendo coscienza dei propri limiti e possibilità.
Non dobbiamo cambiare per far piacere agli altri, tanto meno dobbiamo forzare gli altri a essere come noi vorremmo.
Dobbiamo evitare quanto ci possa allontanare dalla nostra natura umana, cercare il contatto con la natura, tornare ai ritmi naturali, alla naturalezza e alla spontaneità.
Dal punto di vista etico e sociale, il Dàodé Jīng  道德经ci propone un’analogia cui ispirarci nel nostro agire. Infatti, è scritto: “Sii come l’acqua!”
Così come essa nutre tutti senza chiedere niente in cambio, tende ad occupare, con umiltà, il posto più in basso, si adatta a tutto senza mai perdere però la sua identità, così il taoista si adatta continuamente al fluire degli eventi, accoglie tutti e non emette mai un giudizio morale.

Visto in questi termini il Taoismo sarebbe solo un buon modo di vivere, essere delle brave persone, senza fare del male e rispettando gli altri.
Mi dite, quindi, qual è la differenza tra un taoista e un bravo cristiano, mussulmano o un buddista?
Mi rifiuto di accettare questo punto di vista perché il Taoismo è ben altro!

La differenza

Ciò che rende unico il Taoismo è la sua visione spirituale del mondo e i modelli cognitivi che fornisce per comprenderlo.
È bene chiarire subito che la “dimensione spirituale”, del “sacro e del divino”, è il filtro di ogni tematica taoista.
Per noi taoisti la divinità è qualcosa di concreto, non un astruso principio mistico.
Per noi la divinità non abita nei “Cieli” ma qui, ora, dentro e fuori di me.
Con la divinità si può avere una relazione viva e concreta.
Noi possiamo “dialogare” con la dimensione divina.

La Visione della Realtà

Il Tao è indefinibile e inconoscibile, come dice il Dàodé Jīng  道德经 (Cap.1,1) ma sicuramente non è una “persona” quindi non soffre di gelosie, né si adira, giudica e punisce un fedele che non segue la dottrina.
Il Taoismo nega l’esistenza di un Dio-Persona ma non è A-Teo perché la divinità, nelle sue infinite forme e manifestazioni, è il suo alito vitale.
Dovendo dare una definizione, direi che il Taoismo è una religione politeista nella sua visione cosmica ma certamente nella sua essenza è monoteista, poiché il Tao è Uno e uno solo.
Esso è la fonte della creazione perché esiste “da prima del prima del prima”, produce e nutre, incessantemente, tutto il creato che è composto di materia e energia, di aspetti Visibili e Invisibili.
Il Taoismo esplora, fin dalle sue origini, entrambe le dimensioni.
Tutti i Maestri taoisti, dal passato sino a oggi, sono degli “Scienziati” nel senso che applicano un metodo sperimentale per indagare l’uomo e il mondo che lo circonda, così da sviluppare metodi pratici per preservare la salute, fisica e mentale, ma soprattutto per realizzare la propria natura spirituale.
Essi sono anche dei “Mistici” perché indagano le forze invisibili, cercano di comprenderne la portata e di gestirle, per creare e mantenere l’armonia tra il mondo degli uomini e quello spirituale.

Dei, Spiriti e Uomini: Esseri Viventi

Il Tao è l’origine di tutto ciò che esiste: Dei, Spiriti, Uomini, animali, piante, spazio e tempo.
La dimensione materiale e quella spirituale sono coesistenti ma, normalmente, non sono in contatto. Talvolta però, per varie ragioni, può accadere che si aprano dei varchi, traverso cui, elementi spiritici s’infiltrano nel mondo terreno.
Sapere con chi si ha a che fare e quali azioni intraprendere, fa la differenza fra il vivere e il morire.
In questo il Taoismo non ha eguali.
Gli Dei (Shén 神) e gli Spiriti (Guǐ 鬼) sono Esseri viventi, come noi.
Essi sono stati generati dopo l’inizio della creazione ma prima dell’uomo e di tutto il creato.
Entrambi hanno gerarchie, determinate dalla quantità di “volontà, intelligenza e potere” che riescono a esprimere.
La differenza tra i due consiste nel fatto che i primi concorrono a mantenere l’armonia dell’universo mentre i secondi tendono a distruggerla.
Questa è l’essenza del concetto Yīnyáng  阴阳: l’eterna lotta tra Eros e Thanatos, l’interminabile, alternante, tensione tra la pulsione di vita e quella di morte.
Gli Dei vanno pregati per chiedere la loro assistenza e protezione, gli Spiriti vanno combattuti per evitare che facciano danni, soprattutto agli esseri umani.

Chi è Taoista?

Non si è taoisti perché si parla cinese o si conoscono a memoria tutti i testi sacri.
Purtroppo ci sono “parolai” che s’illudono di esserlo.
Essi, nel loro orgoglio mentale macrocefalo, relegano il Taoismo a semplice filosofia, rigettando la sua anima spirituale e religiosa, perché sono incapaci di abbandonarsi all’irrazionale cioè alla parte più profonda e forse più vera, del nostro essere.
La sola che ci dia la possibilità di radicarci nel piano Divino.
Un taoista vero, utilizza la mente e segue il cuore, riconoscendo l’importanza di entrambi, senza mai perdere di vista che è uno Spirito incarnato.

Per questo è capace di riconoscersi in ciò che “non conosce”.

Inoltre, come non si può essere figli senza aver avuto dei genitori, così non si può essere taoisti senza la guida esperta di una persona che ha percorso il cammino spirituale.
Non esiste un taoista senza Maestro il quale, non a caso, è chiamato Shifu 师父, Insegnante-Padre.
Questa relazione prevede l’accoglienza e la protezione da parte del maestro e la pietà filiale da parte del discepolo.
Più che un rapporto insegnante-studente è una relazione di Amore reciproco, alla pari dal punto di vista umano, che, come tutti i rapporti d’Amore è esclusivo, poiché la sua caratteristica fondamentale è il donare l’uno all’altro ciò che si è e ciò che si può, specialmente da parte del maestro.
In questo modo si crea un rapporto molto profondo, emozionalmente, affettivamente e spiritualmente, che lo rende unico tra le infinite possibilità delle relazioni umane.
Per questa ragione, da sempre, le scoperte e le acquisizioni sperimentali dei maestri, sono state trasmesse “da bocca a orecchie” ai loro discepoli.

Detto questo, noi taoisti crediamo che non esistano guide infallibili, testi incontestabili, né accettiamo qualcosa per pura fede nell’“ipse dixit”, grazie al fatto che non esiste un solo fondatore del Taoismo che abbia portato una “rivelazione assoluta”.
Nessun maestro taoista pensa di essere il depositario della Verità.
La ricerca della Verità è una masturbazione mentale che non ci appartiene, al contrario della nostra pragmatica e costante ricerca del Vero.
Per questo non abbiamo dogmi.

In sintesi, ci sono sei condizioni indispensabili che qualificano l’essere un taoista:

  • 1. Appartenere a una Scuola riconosciuta grazie al fatto di aver ricevuto l’Iniziazione da un Maestro (Dàoshì 道士), la cui genealogia è certa e che sia autorizzato per iscritto da un Ente Ecclesiastico taoista a darla;

  • 2. Mantenere un rapporto filiale costante con la propria guida spirituale.

  • 3. Praticare ogni giorno le tecniche interiori come la meditazione (Zuòwàng 坐忘) e quelle esteriori come il Nutrire la Vita (Yǎngshēng 養生), per mantenere in salute il corpo e la mente.

  • 4. Studiare ogni giorno i testi sacri e quanti altri occorrano alla propria educazione e formazione.

  • 5. Restare in preghiera, quotidianamente, almeno per alcuni minuti, davanti al proprio altare domestico (meglio se lo si fa al Tempio) per rafforzare il proprio Spazio Sacro, essere ricettivi alla protezione Divina.

  • 6. Vivere, ogni attimo della propria esistenza, secondo i Tre Tesori Taoisti (Sānbǎo 三宝):  Compassione, Frugalità e Umiltà. Se non abbiamo compassione per gli altri e per noi stessi, se non siamo felici con ciò che abbiamo, se nutriamo il nostro Io affamato di orgoglio, il Tao ci sarà sempre precluso.


Vita oltre la Vita

Noi siamo uno Spirito che anima un corpo per realizzare il proprio destino secondo la sua natura.
Con la morte del corpo fisico, il nostro Spirito ritorna “libero” nella dimensione divina e spirituale.
Purtroppo questa libertà è condizionata dalle azioni, dalla mentalità e dalle opere fatte in vita.
Nessuno può liberarci da questi fardelli, se non noi stessi.
Accumulando meriti, innanzitutto tramite un comportamento non-violento e la pratica spirituale taoista, lentamente, gli effetti della vita terrena perderanno la loro capacità di contaminarci e ci avvicineremo, sempre di più, alla Pura Natura del Tao.

La scelta taoista

Purtroppo, però, la vita umana è troppo breve.
Ecco perché è vitale trovare un vero maestro taoista, chiedere di diventare suo discepolo e di essere “Iniziati” al Taoismo.
Solo così si potrà essere parte della “Famiglia Taoista”, fondata su amore e aiuto reciproco, accedere all’Insegnamento e, se saremo capaci di arrivarci, al Potere Spirituale.
Solo così si potrà percorrere il “Sentiero Sacro” per raggiungere la Meta, la “Porta di tutti i Misteri” (Zhòng Miào Zhī Mèn 眾妙之門).

Perché il Taoismo “ è “ il Tao (Dào 道), la Via!

Il Tao è già nel cuore di tutti gli uomini, essendo sue emanazioni, anche se non ne hanno consapevolezza.
Questo limite, però, è facile da abbattere.
Basta solo avere la giusta sensibilità umana e spirituale per togliere i veli che impediscono di vedere che non siamo soli nell’universo, che non siamo finiti in noi stessi e che esiste ben altro oltre la materia o quanto una società corrotta e artificiosa ci induce a desiderare.

Per questo non perdete la vostra vita in chiacchiere o in illusioni mentali, per quanto piacevoli possano essere.

Prendete rifugio nel Tao!
Siate taoisti!
Adesso!


Rev. Li Xuanzong
李玄宗 - 道士

Prefetto Generale
Chiesa Taoista d’Italia

Caserta, 11 ottobre 2013

 
 
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