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Taoismo, taoismo, Tao, Daoismo, daoismo, Dao, yin yang, wu xing, bagua. La Chiesa Taoista d'Italia promuove il Taoismo (Daoismo) seguendo il Tao (Dao), per i taoisti.
Principi fondamentali del Taoismo
I principi fondamentali che animano la visione del mondo di ogni Taoista sono cinque: Unità, Armonia, Mutamento, Spontaneità e Non-Interferenza, seguiti, questi ultimi, dai rispettivi corollari Non-Conformismo e A ciascuno la sua Via.
1. Unità – Tàiyī 太一
La visione del mondoTaoista è Olistica, quella occidentale, invece, si fonda sui contrari e sulla contrapposizione, pur partendo entrambe dalle stesse posizioni.
Nel cap. 42 del D.D.J. è scritto che tutto l’esistente proviene dal Tao, che ogni cosa, essere ed evento è intriso del suo Carisma.
Le diversificazioni apparenti sono, dunque, tutte manifestazioni del Tao. Nessuna di esse va accettata né rifiutata.
Noi, purtroppo, le valutiamo da un punto di vista cognitivo, ne diamo un valore ed un senso, talvolta palesemente strumentale.
In effetti, la nostra conoscenza della realtà avviene tramite comparazioni di opposti . Ben lo sapevano anche gli antichi maestri cinesi, i quali svilupparono il modello cognitivo Yīnyáng阴阳, oggi molto noto anche in Occidente.
Noi non possiamo definire l’alto se non abbiamo un basso, allo stesso modo per il piacere e il dolore, il buono e il cattivo e così via.
Queste categorie, però, sono solo relative al punto di vista di chi osserva e in un dato tempo. Sono una visione parziale o di parte che, però, fa perdere la visione del tutto.
Ad esempio, ci lamentiamo del caldo in estate o del freddo in inverno. Se invece manteniamo la visione globale delle stagioni nonché la loro azione unitaria, diventa evidente la necessità funzionale di entrambi. Saremo, così, grati del caldo in estate e del freddo in inverno.
Purtroppo il pensiero dicotomico ha un effetto collaterale: porta alla separazione.
Gli occidentali sono malati cronici, in tal senso. Essi sono abituati a pensare in termini dualistici ma oppositivi: lo Stato contro il cittadino, un partito contro un altro, un inquilino contro un altro, una fazione contro l’altra, una religione contro l’altra.
Nel modello Yin-Yang, invece, i due poli si autodefiniscono a vicenda da un punto di vista strutturale ma si alternano dal punto di vista temporale quando uno dei due poli raggiunge il massimo e può solo declinare e trasformarsi nell’opposto.
Questo assicura l’equilibrio energetico.
È evidente che se ci fosse sempre il caldo, vivremmo in un deserto, se ci fosse sempre la pioggia, non sarebbe possibile un’agricoltura.
Come, d’altra parte, tutti sappiamo che possiamo guadagnare dalla perdita e perdere dal guadagno .
Persino il decantato amore può essere un male: si può, di fatto, affogare anche nel miele .
Il Taoismo riconosce che gli opposti sono necessari alla vita e al reciproco miglioramento ma insegna che tutto è relativo e impermanente.
Esso invita a superare le opposizioni ad evitare gli estremi.
Propone un pensiero integrato, non-duale che conduce verso la visione olistica, globale e unitaria della realtà. Verso l’integrazione e non la separazione.
Io penso che il male non sia nemico del bene e viceversa. Entrambi, presi singolarmente, sono limiti al nostro sviluppo spirituale e all’armonia del creato.
2. Armonia - Tàihé 太和
Nel DDJ c’è un continuo richiamo all’Armonia, Hé 和, poiché tutto proviene dalTao, tutto è animato dalla sua energia, ogni parte è indispensabile e concorre alla realizzazione del creato.
Quando le dinamiche energetiche fluiscono liberamente si crea l’Armonia tra tutto e tutti, indispensabile affinché ogni cosa, Essere ed evento si realizzi.
Solo combinando le varie dinamiche e forze in campo, senza prevaricazione e violenza, è possibile l’Armonia, uno stato in cui ciascuno è se stesso, ma allo stesso tempo consente agli altri di essere ciò che sono.
In fondo io sono me stesso solo quando posso definire e accogliere l’altro da me.
UnTaoista non metterà mai uno contro l’altro. Tenderà sempre a cercare ciò che unisce, a trovare il linguaggio minimo comune che consenta di dialogare e realizzare la risultante fra forze divergenti.
In fondo le divergenze partono sempre da un punto in comune.
La risultante non sono le diverse soluzioni proposte a un problema ma la volontà di cercare un punto di arrivo in comune, per il benessere di tutti, sebbene questo richieda di sacrificare un po’ del proprio punto di vista. Nessuno è, però, mai morto per questo!
3. Mutamento – Yì 易
Il Daoismo, una delle scuole di pensiero più antiche al mondo, ritiene che l’universo si auto-regola, fondamentalmente, con tre leggi che consentono la vita: il Mutamento, il Caos e l’Adattamento.
La trinità dell’esistenza.
a. Mutamento
Nell’universo tutto muta continuamente il suo stato, dalle pietre alle stelle e noi esseri umani in mezzo. Perché?
Pensate cosa sarebbe l’esistenza se ci fosse sempre il sole, sempre la notte o tutto rimanesse statico e fermo. In realtà la vita stessa cesserebbe.
Tutti sanno che, per crescere, occorre far morire i bambini che siamo stati, per consentirci di essere adulti.
Nessuno si stupisce di questa affermazione. È l’ovvia osservazione della realtà.
b. Caos
Inoltre tutti sappiamo che nelle fasi di passaggio delle varie età, attraversiamo momenti di crisi in cui non ci riconosciamo. Un adolescente non si riconosce più bambino né può ancora identificarsi come adulto. Come d’altra parte avviene per un sessantenne: non si riconosce più come un adulto nel pieno delle sue forze né tanto meno come un anziano ormai verso il tramonto.
Infatti la principale domanda che tutti ci poniamo è:
“Chi sono io?”
Nessuno può dare una risposta a questo terribile quesito.
L’identificazione di sé è una auto-consapevolezza che matura secondo tempi unici per ciascuno di noi, come per un qualsiasi frutto in natura.
È vero che possiamo usare la chimica per accelerare la crescita della nostra frutta ma, alla fine, avremo, con alte percentuali, un bel cancro che ci ucciderà. Quindi, come ci insegna la saggezza taoista, è meglio non interferire con i naturali cicli di crescita, sia della natura esterna sia di quella interna a noi.
Perché il "chi sono io?" e una domanda terrificante?
Quello che temiamo di più è l’incertezza, come le anime di Dante in attesa del giudizio.
L’incertezza è sorella del Caos, uno stato che la nostra cultura deterministica e puritana valuta negativo ed aberrante, tanto da indurre l’idea che tutto, invece, deve essere certo, bello ed allineato.
Niente di male in questo modello culturale ma esso viene contraddetto dalla realtà.
Gli unici che vogliono che le cose non cambino mai sono coloro che, grazie all’ordine statico, possono controllare meglio il territorio e le persone.
Invece la vita vuole il cambiamento sebbene, non esiste cambiamento senza conflitto.
Ad esempio, tutti si sforzano di costruire una famiglia secondo un modello di felicità ed armonia. Ditemi allora in quale famiglia non esistono conflitti?
Dunque, o siamo incapaci, tutti, di costruire una siffatta famiglia o il modello proposto deve essere, quanto meno, riveduto.
Quanto dico per la famiglia vale anche per la società.
Possiamo superare facilmente l’incertezza se cambiamo il valore dato al concetto di Caos.
È il Caos che mette in crisi lo stato di fatto delle cose, che distrugge il presente e fa venire meno le certezze. Ma, senza di esso, non ci sarebbe futuro né una vera crescita.
c. Adattamento
Per noi taoisti, il Caos non è distruzione e disordine.
Queste si chiamano violenza e aggressività.
Concetti assenti nella nostra visione del mondo.
Riteniamo, invece, che il Caos sia l’occasione di meravigliose opportunità, ovviamente per chi ha occhi per vedere, orecchi per intendere e abbia la consapevolezza che ciascuno di noi ha un potere infinito: può cambiare le cose. Se lo vuole. E anche se non lo vuole, le cose seguiranno comunque il loro corso perché esse si originano dal presente.
È meglio, quindi, cavalcare l’onda anziché farsi travolgere da essa.
Non vi pare?
Seguitemi in questa riflessione.
In fondo è solo quando cadi che ti accorgi di avere perso l’equilibrio. È la caduta che ci fa apprezzare l’equilibrio, non quando lo siamo. Mentre cadiamo, il nostro stato muta. Una volta caduti sorge il Caos che porta disorientamento. Dopodiché ci adattiamo alla nuova situazione, prendiamo consapevolezza e cercheremo di rialzarci.
Se accetteremo il Caos come un dato positivo per poter cambiare, ritorneremo a riflettere su noi stessi.
La riflessione porterà alla consapevolezza e quest’ultima alle scelte. Le scelte porteranno di nuovo le certezze e ci rimetteremo in piedi dopo la caduta.
Almeno fino al prossimo Caos.
Ma la nostra vita non è forse così?
4. Spontaneità – Zìrán 自然
Il Taoismo non ama il comportamento regolato da rigide norme. Ritiene l’agire spontaneo, che fluisce dal cuore, come quello di un bambino, l’unico vero, perché naturale.
La spontaneità è la via da seguire.
Ognuno è qualcuno e ciascuno si sviluppa secondo proprie vie. OgniTaoista ha il dovere verso se stesso dell’auto-coltivazione seguendo le trasformazioni nel suo essere. ITaoisti non si preoccupano del karma, del dover agire secondo norme. Ad esempio, un buddista o un confuciano possono giocare a scacchi perché le regole determinano la loro condotta; unTaoista no.
Non-conformismo
L’anti-conformismo è un corollario della spontaneità. No, dunque, ai codici morali che trovano la loro ragione nella storia, nelle necessità sociali.
Nessun codice comportamentale statico e inamovibile. Per questa ragione ilTaoismo non ha una morale come la intendiamo noi, ma certamente ha un’Etica.
Ovviamente il pensieroTaoista, sebbene tendenzialmente autarchico con leggere connotazioni anarchiche, rigetta tutti quei comportamenti che possono inficiare la dignità della persona umana dal punto vista sia soggettivo sia sociale.
Siamo esseri sociali e la società deve fondarsi sul rispetto di sé e dell’altro e non sulla sopraffazione, la violenza o sulla forzatura di bisogni etero-indotti che procurano il vantaggio di pochi a scapito di tutti gli altri.
Il rispetto di sé e dell’altro è il meccanismo regolatore che, se lasciato funzionare, consente una vera pace sociale.
5. Non-interferenza – Wúwéi 无为
La natura tende sempre all’equilibrio e all’omeostasi, purché non interferiamo con essa. Le cose, gli eventi, le persone realizzano la loro natura solo se sono lasciate libere di essere ciò che sono, senza artificialità e forzature. Invece di forzarci a “valutare”, pensiamo invece che in natura tutto muta continuamente.
Quanto oggi può apparire una perdita non è detto che lo sia veramente e gli eventi possono volgersi successivamente a nostro favore.
IlTaoista vive il presente e agisce adattando continuamente se stesso alla situazione.
Ovviamente questo richiede una grande consapevolezza di sé e del mondo, ottenibile solo se comprendiamo che siamo Tutti-Uno.
A ciascuno la sua Via
Ogni persona ha il suoTao, la sua Via.
Metodi adatti per uno studente delTao possono non funzionare per altri. Ognuno deve scoprire da solo la sua Via sebbene l’aiuto di un maestro esperto sia necessario per indicare se quanto sperimentiamo, è solo frutto della nostra mente, oppure è il sentiero giusto su cui mantenere i propri piedi. Non esistono modelli validi per tutti. L’approccio alla spiritualità e in particolare alTaoismo è e deve essere individuale.